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Kenzo Tange e i suoi 5 Capolavori
31 lug 2025


Kenzō Tange (1913 – 2005) è stato un architetto e urbanista giapponese, considerato uno dei massimi protagonisti dell’architettura del XX secolo.
La sua produzione si concentra prevalentemente in Giappone, ma Tange ha lasciato un segno importante anche in Italia. Tra i suoi interventi più rilevanti si ricordano: le torri del quartiere fieristico di Bologna (1972), il piano urbanistico del quartiere Librino a Catania (1971) e il progetto del Centro Direzionale di Napoli (1995). A Milano ha firmato il masterplan del Quartiere Affari di San Donato Milanese (1990-1999), dove ha realizzato la sede della BMW Italia (1998) e la torre AGIP (1999). A Roma ha supervisionato la realizzazione della sede del Gruppo Toyota Italia, progettata dalla Takenaka Corporation.
Nel corso della sua carriera, Tange ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui la Medaglia d’Oro del RIBA (Royal Institute of British Architects), dell’AIA (American Institute of Architects) e dell’Académie d’Architecture francese. Nel 1987 è stato insignito del Premio Pritzker, il più alto riconoscimento mondiale nel campo dell’architettura.
Di seguito cinque dei suoi più grandi Capolavori:
Tokyo Metropolitan Government Building (Tochō)
Progettato da Kenzō Tange e completato nel 1991, il Tokyo Metropolitan Government Building è uno degli ultimi e più ambiziosi progetti dell’architetto giapponese. Situato a Shinjuku, il complesso rappresenta una sintesi tra tradizione e modernità, simboleggiando l’identità eclettica della città di Tokyo.
Spesso considerato un unico edificio, in realtà è composto da tre strutture distinte ma collegate:
il No.1 Building, con le sue due torri gemelle da 48 piani, all’epoca l’edificio più alto di Tokyo;
il No.2 Building, formato da tre torri interconnesse;
l’Assembly Building, una struttura semicircolare di otto piani che ospita le riunioni del consiglio metropolitano.
Il design si ispira tanto alla tradizione giapponese (con richiami ai pannelli shōji) quanto alla tecnologia moderna, con riferimenti visivi ai microchip e ai circuiti elettronici, riflettendo il boom tecnologico del Giappone negli anni '80-'90.
Il Tochō è anche un esempio della filosofia progettuale di Tange, basata sulla “tipizzazione della funzione” e sulla circolazione come metafora della comunicazione, dove la distribuzione degli spazi imita il flusso di informazioni all'interno di un sistema digitale.
Concepito per rigenerare l’ex quartiere malfamato di Shinjuku, il complesso è oggi uno dei simboli più riconoscibili della capitale giapponese e testimonia la visione di Tange: un’architettura capace di unire passato, futuro e identità nazionale.

Shizuoka Press and Broadcasting Center
Realizzato da Kenzō Tange nel 1967 nel quartiere di Ginza a Tokyo, lo Shizuoka Press and Broadcasting Center è uno dei progetti più emblematici del movimento Metabolista, di cui Tange fu capofila.
L’edificio è composto da un nucleo verticale fisso a cui si collegano moduli prefabbricati contenenti gli uffici, secondo una logica espandibile e flessibile. Questa struttura modulare riflette l’idea metabolista di una città in continua crescita e trasformazione.
Rispetto al coevo Yamanashi Press Centre (1967), anch’esso progettato da Tange, lo Shizuoka presenta un’impostazione più semplice e compatta, dovuta alla minore complessità funzionale: mentre a Kōfu erano previsti spazi per stampa, radio e televisione, lo Shizuoka si concentra principalmente sugli uffici.
Con la sua forma totemica, l’uso del cemento armato a vista e l’approccio sperimentale alla flessibilità architettonica, il progetto rappresenta un prototipo urbano: una visione verticale e modulare della città del futuro, capace di adattarsi alle esigenze mutevoli della società moderna.

Hiroshima Peace Memorial Museum
Progettato da Kenzō Tange e costruito a partire dal 1949, l’Hiroshima Peace Memorial Museum è il fulcro del Parco della Pace di Hiroshima, simbolo universale della memoria e della rinascita. L’opera segna la svolta nella carriera dell’architetto giapponese, che nel 1946 fu incaricato di guidare la ricostruzione della città devastata dalla bomba atomica.
Il museo è uno dei primi esempi in cui Tange fonde il razionalismo occidentale ispirato a Le Corbusier con elementi della tradizione giapponese, in un linguaggio architettonico sobrio ma solenne. L’edificio principale, rialzato su pilastri (piloti), appare sospeso su uno specchio d’acqua e domina l’asse prospettico che collega il Cenotafio per le vittime, la Fiamma della Pace e il Genbaku Dome, rimasto in rovina come monito permanente.
Con la sua struttura lineare in cemento armato a vista, il museo incarna l’ideale di un’architettura capace di elaborare il trauma collettivo e trasformarlo in memoria pubblica. È anche il primo progetto che anticipa l’approccio analitico e sistemico che caratterizzerà le ricerche successive di Tange, fino alla nascita del Movimento Metabolista, di cui fu il principale ispiratore.
Ancora oggi, il complesso di Hiroshima è uno degli esempi più emblematici di architettura del dopoguerra e rappresenta un manifesto etico e formale dell’architettura giapponese contemporanea.

St. Mary's Cathedral, Tokyo
Progettata da Kenzō Tange e completata nel 1964, la St. Mary’s Cathedral è uno dei capolavori dell’architettura religiosa del dopoguerra in Giappone. Situata nel quartiere di Bunkyo a Tokyo, la cattedrale rappresenta una sintesi potente tra spiritualità, tecnologia e forma architettonica.
La struttura si compone di otto pareti portanti in cemento armato che si aprono verso l’alto seguendo una geometria di parabole iperboliche, generando un volume centrale luminoso e ascensionale. La copertura, rivestita in acciaio inox, amplifica l’effetto scultoreo dell’edificio e richiama l’idea di una croce stilizzata vista dall’alto.
L’interno è caratterizzato da un ambiente austero ma suggestivo, illuminato dalla luce zenitale che filtra lungo le superfici curve, creando un’atmosfera meditativa e trascendente.
La cattedrale incarna perfettamente la visione di Tange: un’architettura moderna, radicata nella materia e nella tecnica contemporanea, ma capace di evocare un senso di sacralità e continuità culturale. È anche un esempio emblematico del suo interesse per la geometria, la struttura e la luce come strumenti di espressione architettonica.

Yoyogi National Gymnasium, Tokyo
Progettato da Kenzō Tange per le Olimpiadi di Tokyo del 1964, lo Yoyogi National Gymnasium è uno dei massimi capolavori dell’architettura moderna giapponese e l’opera che, nel 1987, valse all’autore il Premio Pritzker.
L’edificio è celebre per la sua struttura sospesa e le sue forme fluide e dinamiche, ispirate tanto all’architettura modernista occidentale (soprattutto a Le Corbusier) quanto all’eleganza delle curve presenti nella tradizione giapponese. Il tetto, sorretto da cavi tesi ad alto contenuto tecnologico, crea un volume leggero e al tempo stesso monumentale, che sembra fluttuare sopra il suolo.
Situato nel parco di Yoyogi, il complesso comprende due palazzetti: uno più grande, destinato alle competizioni principali (come il nuoto e la pallanuoto), e uno più piccolo, utilizzato per gli sport di squadra. La combinazione tra ingegneria avanzata e raffinatezza formale fa dello Yoyogi un punto di riferimento a livello internazionale nel campo dell’architettura sportiva.
L’edificio rappresenta l’apice della ricerca spaziale e strutturale di Tange, e incarna la sua visione di un’architettura capace di fondere modernità tecnologica e identità culturale, anticipando molti dei temi centrali nel dibattito architettonico contemporaneo.

Kenzō Tange (1913 – 2005) è stato un architetto e urbanista giapponese, considerato uno dei massimi protagonisti dell’architettura del XX secolo.
La sua produzione si concentra prevalentemente in Giappone, ma Tange ha lasciato un segno importante anche in Italia. Tra i suoi interventi più rilevanti si ricordano: le torri del quartiere fieristico di Bologna (1972), il piano urbanistico del quartiere Librino a Catania (1971) e il progetto del Centro Direzionale di Napoli (1995). A Milano ha firmato il masterplan del Quartiere Affari di San Donato Milanese (1990-1999), dove ha realizzato la sede della BMW Italia (1998) e la torre AGIP (1999). A Roma ha supervisionato la realizzazione della sede del Gruppo Toyota Italia, progettata dalla Takenaka Corporation.
Nel corso della sua carriera, Tange ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui la Medaglia d’Oro del RIBA (Royal Institute of British Architects), dell’AIA (American Institute of Architects) e dell’Académie d’Architecture francese. Nel 1987 è stato insignito del Premio Pritzker, il più alto riconoscimento mondiale nel campo dell’architettura.
Di seguito cinque dei suoi più grandi Capolavori:
Tokyo Metropolitan Government Building (Tochō)
Progettato da Kenzō Tange e completato nel 1991, il Tokyo Metropolitan Government Building è uno degli ultimi e più ambiziosi progetti dell’architetto giapponese. Situato a Shinjuku, il complesso rappresenta una sintesi tra tradizione e modernità, simboleggiando l’identità eclettica della città di Tokyo.
Spesso considerato un unico edificio, in realtà è composto da tre strutture distinte ma collegate:
il No.1 Building, con le sue due torri gemelle da 48 piani, all’epoca l’edificio più alto di Tokyo;
il No.2 Building, formato da tre torri interconnesse;
l’Assembly Building, una struttura semicircolare di otto piani che ospita le riunioni del consiglio metropolitano.
Il design si ispira tanto alla tradizione giapponese (con richiami ai pannelli shōji) quanto alla tecnologia moderna, con riferimenti visivi ai microchip e ai circuiti elettronici, riflettendo il boom tecnologico del Giappone negli anni '80-'90.
Il Tochō è anche un esempio della filosofia progettuale di Tange, basata sulla “tipizzazione della funzione” e sulla circolazione come metafora della comunicazione, dove la distribuzione degli spazi imita il flusso di informazioni all'interno di un sistema digitale.
Concepito per rigenerare l’ex quartiere malfamato di Shinjuku, il complesso è oggi uno dei simboli più riconoscibili della capitale giapponese e testimonia la visione di Tange: un’architettura capace di unire passato, futuro e identità nazionale.

Shizuoka Press and Broadcasting Center
Realizzato da Kenzō Tange nel 1967 nel quartiere di Ginza a Tokyo, lo Shizuoka Press and Broadcasting Center è uno dei progetti più emblematici del movimento Metabolista, di cui Tange fu capofila.
L’edificio è composto da un nucleo verticale fisso a cui si collegano moduli prefabbricati contenenti gli uffici, secondo una logica espandibile e flessibile. Questa struttura modulare riflette l’idea metabolista di una città in continua crescita e trasformazione.
Rispetto al coevo Yamanashi Press Centre (1967), anch’esso progettato da Tange, lo Shizuoka presenta un’impostazione più semplice e compatta, dovuta alla minore complessità funzionale: mentre a Kōfu erano previsti spazi per stampa, radio e televisione, lo Shizuoka si concentra principalmente sugli uffici.
Con la sua forma totemica, l’uso del cemento armato a vista e l’approccio sperimentale alla flessibilità architettonica, il progetto rappresenta un prototipo urbano: una visione verticale e modulare della città del futuro, capace di adattarsi alle esigenze mutevoli della società moderna.

Hiroshima Peace Memorial Museum
Progettato da Kenzō Tange e costruito a partire dal 1949, l’Hiroshima Peace Memorial Museum è il fulcro del Parco della Pace di Hiroshima, simbolo universale della memoria e della rinascita. L’opera segna la svolta nella carriera dell’architetto giapponese, che nel 1946 fu incaricato di guidare la ricostruzione della città devastata dalla bomba atomica.
Il museo è uno dei primi esempi in cui Tange fonde il razionalismo occidentale ispirato a Le Corbusier con elementi della tradizione giapponese, in un linguaggio architettonico sobrio ma solenne. L’edificio principale, rialzato su pilastri (piloti), appare sospeso su uno specchio d’acqua e domina l’asse prospettico che collega il Cenotafio per le vittime, la Fiamma della Pace e il Genbaku Dome, rimasto in rovina come monito permanente.
Con la sua struttura lineare in cemento armato a vista, il museo incarna l’ideale di un’architettura capace di elaborare il trauma collettivo e trasformarlo in memoria pubblica. È anche il primo progetto che anticipa l’approccio analitico e sistemico che caratterizzerà le ricerche successive di Tange, fino alla nascita del Movimento Metabolista, di cui fu il principale ispiratore.
Ancora oggi, il complesso di Hiroshima è uno degli esempi più emblematici di architettura del dopoguerra e rappresenta un manifesto etico e formale dell’architettura giapponese contemporanea.

St. Mary's Cathedral, Tokyo
Progettata da Kenzō Tange e completata nel 1964, la St. Mary’s Cathedral è uno dei capolavori dell’architettura religiosa del dopoguerra in Giappone. Situata nel quartiere di Bunkyo a Tokyo, la cattedrale rappresenta una sintesi potente tra spiritualità, tecnologia e forma architettonica.
La struttura si compone di otto pareti portanti in cemento armato che si aprono verso l’alto seguendo una geometria di parabole iperboliche, generando un volume centrale luminoso e ascensionale. La copertura, rivestita in acciaio inox, amplifica l’effetto scultoreo dell’edificio e richiama l’idea di una croce stilizzata vista dall’alto.
L’interno è caratterizzato da un ambiente austero ma suggestivo, illuminato dalla luce zenitale che filtra lungo le superfici curve, creando un’atmosfera meditativa e trascendente.
La cattedrale incarna perfettamente la visione di Tange: un’architettura moderna, radicata nella materia e nella tecnica contemporanea, ma capace di evocare un senso di sacralità e continuità culturale. È anche un esempio emblematico del suo interesse per la geometria, la struttura e la luce come strumenti di espressione architettonica.

Yoyogi National Gymnasium, Tokyo
Progettato da Kenzō Tange per le Olimpiadi di Tokyo del 1964, lo Yoyogi National Gymnasium è uno dei massimi capolavori dell’architettura moderna giapponese e l’opera che, nel 1987, valse all’autore il Premio Pritzker.
L’edificio è celebre per la sua struttura sospesa e le sue forme fluide e dinamiche, ispirate tanto all’architettura modernista occidentale (soprattutto a Le Corbusier) quanto all’eleganza delle curve presenti nella tradizione giapponese. Il tetto, sorretto da cavi tesi ad alto contenuto tecnologico, crea un volume leggero e al tempo stesso monumentale, che sembra fluttuare sopra il suolo.
Situato nel parco di Yoyogi, il complesso comprende due palazzetti: uno più grande, destinato alle competizioni principali (come il nuoto e la pallanuoto), e uno più piccolo, utilizzato per gli sport di squadra. La combinazione tra ingegneria avanzata e raffinatezza formale fa dello Yoyogi un punto di riferimento a livello internazionale nel campo dell’architettura sportiva.
L’edificio rappresenta l’apice della ricerca spaziale e strutturale di Tange, e incarna la sua visione di un’architettura capace di fondere modernità tecnologica e identità culturale, anticipando molti dei temi centrali nel dibattito architettonico contemporaneo.
